Fame d'amore by Fabiola De Clercq

Fame d'amore by Fabiola De Clercq

autore:Fabiola De Clercq [Fabiola de Clercq]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2014-04-29T22:00:00+00:00


I modelli della moda, della pubblicità, della televisione hanno buon gioco ad imporsi in una società che non ne fornisce altri, che non si cura degli adolescenti e li abbandona a se stessi. In quell’età difficile per definizione che è l’adolescenza, i ragazzi e le ragazze si trovano davanti un enorme vuoto: un vuoto di prospettive, di esempi positivi, di guide, di punti di riferimento.

Nel vuoto di modelli si insinua il modello dell’anoressia, il mito del corpo magro, e diventa l’unico modello, l’unico ideale. Per molte ragazze quel senso di inadeguatezza che è così tipico dell’adolescenza non viene superato grazie a una crescita armoniosa, ma si incarna nel rapporto problematico con il proprio corpo, sempre troppo distante da quelli proposti ossessivamente dai mass-media. Se l’obbiettivo da raggiungere a qualunque costo è il corpo filiforme delle top model, è chiaro che la stragrande maggioranza delle ragazze non potrà che sentirsi inadeguata. Il bisogno di essere accettate, apprezzate, amate si traduce nel bisogno di adeguare il proprio corpo all’ideale della magrezza, accolto senza nessuna riflessione critica.

L’incapacità di accettare il proprio corpo e un’inadeguata concezione di sé trovano nell’anoressia la manifestazione più enfatizzata e insieme l’estremo tentativo di una soluzione accettabile: se riesco a dimagrire di un altro chilo riuscirò finalmente ad accettare il mio corpo, se riesco a non mangiare dimostrerò a me stessa e agli altri di essere capace di raggiungere un obbiettivo, capace di controllarmi, capace di mantenere una posizione. È lì che si colloca il godimento.

Se la pubblicità e l’industria della moda e dello spettacolo sono diventati gli unici punti di riferimento su cui gli adolescenti possono contare, questo avviene anche perché altre istituzioni, e in primo luogo la famiglia, hanno lasciato il campo libero. I genitori non hanno il coraggio di proporre modelli accettabili per i figli: soprattutto, non si propongono come modelli accettabili. Si comportano da eterni adolescenti e abdicano alle loro responsabilità e al loro ruolo di guida, rinunciano a educare, ad affermare e trasmettere valori. Il crollo della famiglia tradizionale, patriarcale, oppressiva, maschilista ha lasciato il posto non a un nuovo modello di famiglia, ma a un’immensa confusione in cui non si sa più chi è il figlio e chi è il genitore, e in cui i figli fanno da marito alle madri, le figlie da moglie ai padri, le madri stringono un’esclusiva relazione di coppia con le figlie. In questo caos si confonde qualunque distinzione di ruoli, che è invece indispensabile e naturale: i genitori non possono mettersi sullo stesso piano dei figli perché hanno il dovere di farli crescere. Far crescere un adolescente significa non solo garantirgli la sicurezza materiale, ma anche fornirgli gli stimoli e gli strumenti che gli consentano di stabilire relazioni fertili con il mondo e con gli altri.

Il modello che non si è trovato in casa viene così cercato nel gruppo dei coetanei, che si sostituisce alla famiglia nei suoi compiti formativi. Il gruppo diviene il dispensatore di un senso di identità e del riconoscimento di quell’identità. Ma quell’identità



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